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Rita Pavone censurata dalla Rai: «Cantavo l’amore tra due donne»

**Rita Pavone: un ritorno trionfale tra ricordi e rivelazioni**

Dopo un’assenza di sette anni dalle scene, dovuta a seri problemi cardiaci e a un’operazione all’aorta, Rita Pavone riemerge per celebrare sette decenni di carriera artistica con un tour che la riporta sotto i riflettori. Oggi, prossima ai novant’anni, la celebre cantante ha rilasciato un’intervista a *La Stampa*, dove ha rievocato momenti significativi del suo percorso musicale.

La prima svolta cruciale nella carriera di Pavone si verificò negli anni ’60, quando decise di abbandonare la RCA, la casa discografica che intendeva vincolarla all’immagine dei suoi esordi, caratterizzata da successi leggeri come “Il pallone” e “Il ballo del mattone”. La Pavone, tuttavia, aspirava a interpretare “Cuore”, un brano che le valse un incredibile successo, occupando la prima posizione in classifica per ben quindici settimane. “Le case discografiche sono pigre e, se non ti imponi, ti fanno fare la stessa cosa per tutta la vita. Mai accontentarsi”, afferma con decisione Rita, sottolineando l’importanza di affermarsi nel panorama musicale.

Un episodio significativo, tenuto segreto fino ad allora, fu svelato da Gianluca Paganotti, critico televisivo, nel 1996 durante una trasmissione su Radio Reporter. Pavone ricorda anche il periodo in cui si sentì costretta a conformarsi a un repertorio che non le apparteneva. Nel 1989, decise di intraprendere una nuova strada, realizzando il concept album “Gemma e le altre”, che esplorava il mondo femminile in tutte le sue sfaccettature. “Gemma”, in particolare, raccontava una storia d’amore tra donne, un tema all’epoca considerato tabù, tanto che la Rai decise di bandirlo.

Nel ricordo dei suoi anni scolastici, Rita rievoca un episodio della sua infanzia: “In seconda fui bocciata in condotta. Avevo una maestra che mi detestava e una compagna – di una famiglia influente – che non perdeva occasione di prendermi in giro per i miei capelli, la statura e le lentiggini. Una volta, esasperata, le diedi un pugno. Ma alla fine fu un bene: la nuova maestra era deliziosa, e dopo tutti iniziarono a guardarmi in un altro modo”. La Pavone confida di non aver mai avuto problemi di autostima, affermando: “Mi piaccio e sono sempre stata orgogliosa di me stessa. Non ero bella secondo i canoni correnti, ma ho sempre avuto bei ragazzi”.

Il racconto prosegue con l’amore della sua vita, Teddy Reno. “Mio padre non poteva accettarlo, non per la sua fama di tombeur de femmes, ma per la differenza d’età. Era diventato il mio manager, e in ogni città aveva una ragazza diversa. Tuttavia, parlavamo tanto e ci capivamo, ridevamo e stavamo bene insieme. Quando scoprimmo l’amore, il nostro primo bacio avvenne durante un volo per il Brasile, ma fu a lungo platonico, poiché ero una ragazza d’altri tempi, mai prima del matrimonio. Così abbiamo aspettato per anni, fino a quando la sua unione messicana non è stata annullata. In Italia ci siamo sposati civilmente solo dopo il divorzio”.

Recentemente, a *Verissimo*, Teddy Reno, oggi novantaseienne e compagno di vita da cinquantasei anni, ha sorpreso la sua amata con una lettera d’amore che ha commosso tutti i presenti. “Nulla che non sapessi e che non ci siamo già detti un’infinità di volte, ma è stata una sorpresa inaspettata. Risentirlo è sempre una grande emozione”, confessa la Pavone.

Anche Gianluca Paganotti ha ripreso il tema della canzone “Gemma e le altre” in un’intervista su RdS, evidenziando l’importanza del lavoro di Rita Pavone, un album che ha affrontato il mondo femminile in tutte le sue sfaccettature, con particolare attenzione all’amore tra donne, un argomento che, in quel periodo, era considerato inaccettabile.

Il critico televisivo Gianluca Paganotti ha ripercorso la carriera di Rita Pavone durante una diretta su RdS, esprimendo profonda ammirazione per il suo straordinario percorso artistico. In quell’occasione, ha lanciato una frecciatina alla Rai, sottolineando che i grandi artisti e le grandi artiste dovrebbero essere valorizzati mentre sono ancora in vita, anziché essere commemorati solo dopo la loro scomparsa. Questo rappresenta un chiaro avvertimento affinché la Rai prenda in considerazione l’importanza di ospitare con maggiore frequenza figure iconiche come la Pavone, Sophia Loren, Teddy Reno e attori del calibro di Johnny Dorelli, che sembrano essere tristemente dimenticati dal servizio pubblico.

E qui arriva la parte davvero interessante: durante l’intervista, Paganotti ha espresso critiche taglienti nei confronti della Rai, con un sarcasmo che sfiora l’incredibile. Perché, diciamolo chiaramente, l’ente pubblico ha una straordinaria abilità nel trasformare il genio in polvere, confezionando “aborti” mediatici che farebbero inorridire anche il più indulgente dei critici. È come se avessero un talent scout che ha smarrito completamente il senso della realtà! È ora di smettere di sprecare tempo e risorse su format insipidi e privi di sostanza. La Rai, invece di ignorare i veri tesori culturali del nostro Paese, dovrebbe farne un vanto. La musica e l’arte non possono essere lasciate nell’ombra mentre si continua a far brillare il nulla. I leggendari artisti come Rita Pavone meritano di essere celebrati e non relegati a un triste oblio. È tempo che la Rai si svegli e inizi a riconoscere il valore di chi ha scritto la storia della musica e dello spettacolo italiano. Perché, in fondo, la vera arte non deve mai essere dimenticata, ma piuttosto esaltata e valorizzata!